Come Leggere Un' Etichetta Cosmetica (INCI): Guida Tecnica

Imparare a leggere l’etichetta e l’INCI dei cosmetici è essenziale per capire cosa applichi sulla pelle. Scopri come interpretare ingredienti, simboli e formulazioni.

3/12/20259 min leggere

Come leggere un’etichetta cosmetica (INCI): guida tecnica alla comprensione degli ingredienti

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Introduzione: la trasparenza nella cosmetica moderna

Con la crescente attenzione del pubblico verso la qualità e la sicurezza dei prodotti cosmetici, la capacità di leggere correttamente un’etichetta diventa uno strumento fondamentale per orientarsi tra formulazioni, attivi, marketing e reali benefici. L’etichetta non è solo un obbligo normativo, ma una fonte preziosa di informazioni, spesso sottovalutata o fraintesa. Imparare a decodificarla permette di scegliere in modo consapevole, evitare ingredienti non tollerati, riconoscere i reali protagonisti di una formula e comprendere il valore effettivo di un prodotto skincare.

Cos’è l’INCI: definizione e norme di riferimento

INCI è l’acronimo di International Nomenclature of Cosmetic Ingredients, un sistema di denominazione standardizzato a livello internazionale per la classificazione degli ingredienti cosmetici. Questo sistema è stato introdotto per garantire uniformità, chiarezza e trasparenza nella comunicazione degli ingredienti contenuti nei prodotti. In Europa, la dichiarazione INCI è obbligatoria per legge (Regolamento (CE) n. 1223/2009), così come in molti altri Paesi che ne hanno adottato le linee guida.

Ogni ingrediente viene indicato con un nome specifico, basato su convenzioni linguistiche: le sostanze chimiche hanno nomi in inglese o secondo la nomenclatura IUPAC abbreviata, mentre le sostanze di origine vegetale vengono indicate con il nome botanico latino, seguito dalla parte della pianta utilizzata e dal termine “extract” o simile. La dicitura completa compare in ordine decrescente di concentrazione, con alcune eccezioni per gli ingredienti presenti in quantità inferiori all’un percento, che possono essere elencati in ordine casuale dopo gli altri.

Ordine degli ingredienti: cosa ci dice (e cosa no)

La posizione degli ingredienti nell’INCI fornisce indicazioni importanti, ma non sempre intuitive. I primi posti dell’elenco sono occupati dagli ingredienti presenti in concentrazione maggiore, il che significa che i veri “protagonisti” della formula sono quasi sempre tra i primi cinque o sei nomi. Il primo ingrediente è spesso l’acqua, o in alternativa una base oleosa, che costituisce la fase continua dell’emulsione.

Tuttavia, non bisogna commettere l’errore di giudicare un prodotto solo in base alla posizione di un attivo noto. Molti ingredienti funzionali sono efficaci anche in basse concentrazioni, come nel caso dei peptidi, del retinolo, degli estratti fermentati o dei conservanti. Inoltre, la concentrazione di un attivo non dice tutto sulla sua efficacia: conta la forma chimica, la veicolazione, la stabilità, la sinergia con altri componenti e il pH della formula.

Ingredienti attivi, funzionali e di supporto

Gli ingredienti cosmetici si suddividono in diverse categorie in base alla loro funzione nella formula. Gli attivi funzionali sono quelli che esercitano un effetto diretto sulla pelle: ad esempio, l’acido ialuronico idrata, la vitamina C ha effetto antiossidante, i retinoidi stimolano il turnover cellulare. Questi ingredienti sono spesso quelli più pubblicizzati, ma vanno valutati nella loro forma specifica e nella loro compatibilità con la formula complessiva.

Accanto agli attivi troviamo ingredienti di supporto, essenziali per la stabilità, la texture, la conservazione e la distribuzione del prodotto. Tra questi rientrano emulsionanti, solubilizzanti, umettanti, stabilizzanti, viscosizzanti, emollienti, conservanti e profumi. Sebbene non abbiano un effetto diretto sulla pelle, sono fondamentali per la funzionalità del prodotto. Alcuni ingredienti hanno una duplice funzione: ad esempio, la glicerina è sia umettante che attivo idratante, i siliconi migliorano la texture ma possono anche proteggere temporaneamente la barriera cutanea.

Nomi botanici, estratti vegetali e marketing green

Quando leggiamo nomi in latino, ci troviamo di fronte a ingredienti botanici. L’INCI prevede l’uso del nome scientifico della pianta (genere e specie), seguito dalla parte utilizzata (leaf, root, seed) e dal tipo di preparazione (extract, oil, water). Ad esempio, “Camellia Sinensis Leaf Extract” indica un estratto di foglia di tè verde. Questo sistema assicura la tracciabilità e la specificità botanica dell’ingrediente.

Tuttavia, la presenza di estratti vegetali non garantisce automaticamente l’efficacia o la naturalità del prodotto. In molti casi, gli estratti sono presenti in quantità minime, aggiunti più per motivi di marketing che per reale funzione cosmetica. Inoltre, l’origine vegetale non esclude il rischio di sensibilizzazione: alcuni estratti contengono allergeni naturali o possono interagire con la pelle sensibilizzata.

Conservanti, profumi e allergeni

I conservanti sono indispensabili nei prodotti a base acquosa per prevenire la proliferazione microbica. Gli INCI più comuni includono phenoxyethanol, ethylhexylglycerin, sodium benzoate, potassium sorbate, benzyl alcohol e derivati del parabene. Questi ingredienti vengono spesso criticati, ma il loro impiego in concentrazioni regolamentate è sicuro e garantisce la stabilità microbiologica del prodotto.

I profumi, elencati con la dicitura “Parfum” o “Fragrance”, sono miscele complesse spesso non meglio specificate, ma regolamentate. Gli allergeni contenuti nei profumi, come limonene, linalool, citronellol o geraniol, devono essere indicati separatamente in etichetta se superano determinate soglie. È utile conoscerli se si soffre di allergie o si ha pelle sensibile.

Ingredienti controversi: siliconi, PEG, EDTA, oli minerali

Alcuni ingredienti cosmetici sono spesso oggetto di controversie, alimentate più da opinioni che da dati scientifici. I siliconi, come dimethicone o cyclopentasiloxane, sono usati per migliorare la texture, creare un film protettivo e aumentare la setosità del prodotto. Non sono comedogeni e hanno un buon profilo di sicurezza, ma sono scarsamente biodegradabili.

I PEG (polyethylene glycol) sono emulsionanti e solubilizzanti efficaci, ma in passato sono stati criticati per la possibilità di contenere tracce di impurità legate al processo di etossilazione. Le versioni moderne sono altamente purificate. L’EDTA è un chelante utile per stabilizzare la formula, mentre gli oli minerali (come paraffinum liquidum) sono derivati petrolchimici sicuri, ma poco compatibili con formulazioni green o naturali.

La scelta di evitare questi ingredienti è personale, ma va sempre contestualizzata in base alla tollerabilità individuale e alla funzione nella formula.

Come valutare la qualità di un INCI

Valutare la qualità di un INCI non significa semplicemente scartare alcuni ingredienti o cercarne altri, ma interpretare l’equilibrio complessivo della formula. Una buona composizione è coerente con gli obiettivi del prodotto, utilizza attivi in forma efficace e supporta la tollerabilità della pelle. È importante osservare i primi cinque ingredienti, identificare gli attivi e verificare la presenza di sostanze potenzialmente irritanti o sensibilizzanti, soprattutto se si ha una pelle reattiva.

Non esistono formule perfette universalmente: ciò che conta è che siano adatte al proprio tipo di pelle, ai bisogni specifici e al contesto d’uso. Anche un prodotto con pochi attivi può essere estremamente efficace se ben formulato. Inversamente, una formula ricchissima di estratti vegetali può risultare irritante o caotica.

Strumenti e risorse per decifrare un INCI

Esistono diversi strumenti online per aiutare nella lettura degli INCI, come database cosmetici, applicazioni o motori di ricerca specializzati. Tuttavia, è bene utilizzarli con spirito critico: molti di questi strumenti si basano su classificazioni semplificate o soggettive. La presenza di un pallino rosso non implica per forza pericolo, e una valutazione verde non garantisce efficacia. Le fonti migliori restano quelle scientifiche, come le pubblicazioni dermatologiche, i report regolatori ufficiali e le banche dati di ingredienti cosmetici certificati.

Conclusione

Imparare a leggere un’etichetta cosmetica è un passo fondamentale per una skincare consapevole, efficace e rispettosa della propria pelle. L’INCI è una guida tecnica che, se interpretata correttamente, rivela la vera identità di un prodotto, al di là del marketing. Significa capire cosa si sta applicando, con quale scopo, in quale quantità e con quali possibili interazioni. Non serve essere chimici per orientarsi, ma serve curiosità, spirito critico e un approccio razionale. In un mercato sempre più affollato, la capacità di leggere un’etichetta è ciò che distingue un acquisto impulsivo da una scelta informata e realmente efficace.

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How to Read a Cosmetic Label (INCI): A Technical Guide to Understanding Ingredients

Introduction: transparency in modern cosmetics

As consumer awareness grows regarding the quality and safety of skincare products, knowing how to read a label becomes a fundamental tool for navigating formulations, actives, marketing claims, and actual benefits. A cosmetic label is not just a legal requirement—it’s a valuable source of information, often underestimated or misinterpreted. Learning how to decode it allows users to choose wisely, avoid intolerant ingredients, identify the true functional components of a formula, and assess the real value of a product.

What is INCI: definition and regulatory background

INCI stands for International Nomenclature of Cosmetic Ingredients, a standardized naming system for listing cosmetic components. This system was introduced to ensure consistency, clarity, and transparency in ingredient disclosure across products. In Europe, INCI declaration is mandatory under Regulation (EC) No. 1223/2009, and many other countries have adopted similar guidelines.

Each ingredient is listed with a specific name: synthetic or chemical substances are named using English or IUPAC-abbreviated terminology, while botanical ingredients are listed with their Latin (binomial) botanical name, followed by the part used (leaf, root, seed) and the preparation type (extract, oil, water). The full ingredient list is ordered by decreasing concentration, with ingredients under one percent allowed to be listed in any order after those above that threshold.

Ingredient order: what it tells us (and what it doesn’t)

The order of ingredients in an INCI list gives us useful clues, but requires context. The first few ingredients are present in the highest concentrations, which means the formula’s “base” and main players are almost always among the first five or six items. Water is often the first ingredient, or in some cases, an oil base in oil-rich emulsions.

However, it’s a mistake to judge a formula solely by the position of a known active. Many high-performance ingredients are effective even in very small concentrations—this is the case with peptides, retinoids, fermented extracts, or preservatives. Furthermore, concentration doesn’t tell the whole story: what matters is the active’s chemical form, delivery system, stability, synergistic interactions, and the product’s pH.

Active, functional, and supporting ingredients

Cosmetic ingredients fall into categories based on their role in the formula. Functional actives are those with a direct effect on the skin, such as hyaluronic acid for hydration, vitamin C as an antioxidant, or retinoids for stimulating cell turnover. These ingredients are often highlighted in marketing but should be evaluated for their form, dosage, and compatibility with the formula.

Supporting ingredients are crucial for formula stability, texture, preservation, and delivery. These include emulsifiers, solubilizers, humectants, stabilizers, thickeners, emollients, preservatives, and fragrances. While they may not directly benefit the skin, they ensure the product performs as intended. Some ingredients serve dual roles—for example, glycerin is both a humectant and a hydrator, and silicones improve texture while helping to temporarily protect the skin barrier.

Botanical names, plant extracts, and green marketing

When you see Latin names in an INCI list, you’re looking at botanical ingredients. INCI standards require the use of the scientific name (genus and species), followed by the part of the plant used and the type of extraction. For example, “Camellia Sinensis Leaf Extract” indicates a green tea leaf extract. This ensures traceability and botanical specificity.

However, the presence of plant extracts doesn’t automatically guarantee effectiveness or naturalness. In many cases, these ingredients are included in trace amounts, primarily for marketing appeal. Also, natural origin doesn’t mean non-irritating: some plant extracts contain potential allergens or may not be suitable for sensitive or reactive skin.

Preservatives, fragrances, and allergens

Preservatives are essential in water-based products to prevent microbial contamination. Common preservatives include phenoxyethanol, ethylhexylglycerin, sodium benzoate, potassium sorbate, benzyl alcohol, and parabens. These ingredients are often criticized, but when used in regulated concentrations, they are safe and crucial for product stability.

Fragrances, listed as “Parfum” or “Fragrance,” are complex blends that are regulated but not fully disclosed. Specific fragrance allergens such as limonene, linalool, citronellol, or geraniol must be listed separately if they exceed threshold levels. Knowing these can be helpful for people with allergies or very sensitive skin.

Controversial ingredients: silicones, PEGs, EDTA, mineral oils

Some cosmetic ingredients are often debated, more due to public perception than scientific evidence. Silicones like dimethicone or cyclopentasiloxane are used to enhance texture, create a protective film, and increase product smoothness. They are non-comedogenic and generally safe, but not biodegradable.

PEGs (polyethylene glycols) are effective emulsifiers and solubilizers. In the past, concerns were raised about residual contaminants from the ethoxylation process, but modern cosmetic-grade PEGs are rigorously purified. EDTA is a chelating agent that stabilizes formulations. Mineral oils (e.g., paraffinum liquidum) are highly refined and safe, though less compatible with natural or green cosmetic philosophies.

Choosing to avoid such ingredients is a personal choice, but should be based on informed reasoning, skin tolerance, and an understanding of their role in the formula.

How to assess the quality of an INCI list

Evaluating an INCI list is not about finding “bad” ingredients or chasing popular actives. It’s about understanding the overall balance and coherence of a formula. A well-composed product aligns its ingredients with its claims, uses actives in effective forms, and ensures skin compatibility.

It’s important to observe the first five ingredients, identify the key actives, and be aware of any known sensitizers—especially if you have reactive skin. There is no universally perfect formula: what matters is how well it suits your skin type, needs, and context. Even minimalist products can be highly effective when well formulated. Conversely, an overly complex plant-based formula may be irritating or ineffective.

Tools and resources to decode an INCI list

Various online tools can help decode ingredient lists, including apps, ingredient databases, and cosmetic analyzers. While useful, these tools should be used critically: many rely on simplistic rating systems or subjective scales. A red flag doesn’t always mean danger, and a green rating doesn’t guarantee efficacy.

The most reliable sources are scientific publications, regulatory reports, and certified cosmetic ingredient databases. Learning to recognize and understand ingredients yourself is the best long-term strategy for making informed choices.

Conclusion

Learning how to read a cosmetic label is an essential step toward conscious, effective, and skin-respecting skincare. INCI is a technical guide that, when properly interpreted, reveals a product’s true nature—beyond branding or trends. It means understanding what you’re applying, why, in what amount, and how it interacts with your skin.

You don’t need to be a chemist to navigate ingredients—curiosity, critical thinking, and a rational approach are enough. In an increasingly crowded cosmetic market, the ability to read a label is what sets apart an impulsive purchase from a truly informed and beneficial choice.